lunedì 9 gennaio 2012

Secondo Round

Da settembre a gennaio...praticamente un semestre e anche un governo sono passati sotto i ponti (si usera' il singolare o il plurale in questo caso? Mah...).

I temi pero' sono sempre lgi stessi: crisi piu' o meno coniugali di amici e affini, crisi economiche, decrescite spifferate a vanvera e conflitti piu' o meno interessati. Giusto oggi un po' di perosne su Facebook hanno postato articoli inneggianti alla riduzione dell'orario di lavoro, alla decrescita e sulle liberalizzazioni. E allora ho pensato che valesse la pena ragionarci su. Sull'ultimo argomento, un po' di sale (e pepe) lo ha messo nel piatto Sandro Trento sul sito de il Fatto (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/08/liberalizzazioni-analisi-processo-complesso/182407/). Credo vi sia di che riflettere, specialmente perche' pone il problema in una prospettiva nuova: quella qualitativa o del "come" fare. E l'esempio dei tassissti e' lampante: brutti e cattivi ai uali lo stato ha preso pero' anche 200,000 euri per la licenza e che pretendono di essere tutelati. Delel due l'una: o lo stato crea un cuscinetto, oppure non puo' dire "ah beh, mi hai pagato la licenza, ma adesso non vale che un centesimo...".

I primi due temi sono molto "chiacchierati" (un po' come le chiappe di alcuni politici). Eppure manca semrpe l'aspetto basilare. Latouche, ma anche Rifkin o un piu' moderato Sen parlano molto di redistribuzione e "accesso", piuttosto che di riduzione tout-court. Certo, c'e' l'aspetto del "cambio di mentalita'", ma noi economisti(ci) non usiamo solo la misura del PIL.

Parlare di decrescita o di riduzione delle ore di lavoro, senza trattare temi quali i labor-gains, il trasferimento ri rendita sul capitale, etc, vuole dire molto dare aria al cervello. Parimenti, parlare di decrescita in un paese come l'Italia, afflitto da problemi prima di tutto di legalita' e pianificazione industriale (checche' ne dicano i vari Boldrin e Ponti...) e' francamente un po' miope.

In un prossimo post voglio pubblicare il grafico, ma guardando l'andamento del PIL reale nostrano negli ultimi quindici anni vediamo come in decrescita ci siamo da un po'...e non mi pare si sia felici...Checi venga detto che i soldi non ci sono...vabbeh, non mettiamo troppa carne al fuoco.

Che 2012 vivo che ci attende!

lunedì 12 settembre 2011

Boris: piu' reale di cosi'...

Pensando all'Italia, di questi tempi, oltre alla Mafia, alla pizza e al mandolino (suonato da Apicella), a uno (magari espatriato) potrebbe venire in mente di pensare a una certa categoria umana: i raccomandati. Per carita', tutto il mondo e' paese (Bush jr. docet), ma da noi il fenomeno ha dimensioni incredibili, specialmente per un paese OECD.

negli ultimi anni, poi, anche il mondo della tv e del cinema hanno iniziato a trattare del tema in modo piu specifico. Poi, un giorno, e' arrivato quello che secondo tutti (me compreso, ma solo per la prima serie) e' un capolavoro: Boris.

Commedia reale, real-comedy...ma quanto real? Beh, molto, a leggere le biografie degli interpreti principali su wiki....molti, moltissimi figli di, cugini di, amici de...Per carita', tutti bravissimi, pero' e' curioso come, tutti quelli nati dopo il 1970, siano in odore di "gilda". Ma vediamoli brevemente (i principali).

Iniziamo con  Alessandro Tiberi (Alessandro): figlio di Piero Tiberi, attore e doppiatore di Joe Pesci e Dan Akroyd.
Poi Eugenia Costantini (La figlia di Mazinga, alias Miss Avola Burkstaller), figlia di Laura Morante e Daniele Costantini...ha tutta la famiglia su wiki, e sti...
Poi la mitica Arianna: Caterina Guzzanti. Cioe', ok, sappiamo chi e', da dove viene (Commissione Mitrokin...) e dove va, ma soprattutto con chi.


A questo punto ecco spuntare er piu'...il vero fijo de mazinga, il mito, il superiore, anche rispetto alla Guzzanti: Pietro Sermonti. Ecchiccazze'? Stanis...
Figlio di un regista? Naaa...Nipote di un generale? Naaa...Cugino di un produttore? Di piu'! Ecche', sara' mica un...no...dai, davvero?






Ebbene si': Pietro Sermonti, nato a Roma nel 1971, figlio di Samaritana Rattazzi (...) imprenditrice, e Vittorio Sermonti, noto dantista, scrittore e regista. E fino a qui, beh, voglio dire, la Guzzanti e' la Guzzanti...ok, pero' qel nome, Samaritana...quel cognome, Rattazzi...non suonano un po' Fantozziani? Stile "Vien dal Mare", quasi?
E infatti, la nonna del qui presente Pietro-Stanis e' Susanna Agnelli! (Silenzio e stupore in sala, e buio)

Pero', aho', Stanis lo fa troppo bene. Eppoi, come disse il saggio:

Meritocrazia: sistema sociale in cui la distribuzione di riconoscimenti e compensi è commisurata al valore della raccomandazione di ognuno.
Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010

mercoledì 7 settembre 2011

Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori...

Ludovico...gia', proprio il gran nemico di ogni studente, quello del mattone che ti arriva in testa dopo che, tutto baldanzoso e speranzoso, ti sei appena liberato del medioevo, del trio medusa (Dante, France' e Giova'), di quelli'italiano cosi' difficile. Ebbene, proprio lui nasceva oggi, cioe' domani, cioe', beh, insomma, su wikipedia.it e' gia' l'otto.

Ah gia': l'otto. Anzi, l'ottosettembre, quasi fosse una di quelle vie (e ogni tanto lo e') delle quali uno dice il nome e cognome assieme, d'un fiato. Fortuna che, con il paese alla bancarotta, forse (mooolto forse) ci siamo risparmiati il solito teatrino di nostalgici dal braccio teso e affini. Forse si stanno ricaricando per il prossimo venticinqueaprile o lottodicembre, o il qualunquettembre. In ogni caso, volendo fare un accostamento con materiale vecchio di 450 anni penso che non li svegliero' (oddio, s'incazzarano per Pericle...).

Comunque  no, non voglio scrivere l'ennesimo soliloquio su questa data (anzi, non avrei voluto neppure scrivere il fatto di non-scriverlo, dacche' espediente scritto da molti scrittori e scritturanti). Piuttosto, fare un appello ame medesimo in quanto tale, che poi sono io.

Nel 1536 (grazie wiki) l'Ariosto scriveva "O d'ogni vizio fetida sentina, | dormi, Italia imbriaca, e non ti pesa | ch'ora di questa gente, ora di quella | che già serva ti fu, sei fatta ancella? (Orlando Fusrioso, canto XVII, ottava 76)".

Ecco, guardando al paese sono questo odore fetido, questa ibriacatura (o godimento da inculata, secondo Luttazzi) a emergere. Una sbronza per non sentirlo, l'odore, ma anche una sbronza di compiacimento per chi, nel fetore, s'ingrassa. Piu' tosto (sic)...ma tosto ragazzi, tosto....


Nota: un grazie al Liceo Classico in generale, il quale mi ha reso possibile la scoperta dell'uso del tosto e del piu', tanto per tirarsela un po' (anche se non serve per rimorchiare).

martedì 6 settembre 2011

Facciamo Presto...

Post brevi, ritmo, pochi perche', alcuni come, nessuna motivazione, ma soprattutto taaaaaaaanti errori grammaticali.

Percio', diamo fuoco alle polveri, iniziamo a "scierare", insomma, occupiamo il web con un ennesimo inutile blog, dove, spero, un giorno, appariranno migliaia di spot a pagamento (cioe' che pagano me) e dispiegamenti di insulti nei commenti (pare diano un certo tono).

Buona lettura ai pochi, buona scrittura a me. Ma, sopratutto, in tutta questa velocita', ricordiamoci che "Se vuoi evitare di vedere un cretino devi prima rompere il tuo specchio."